La passione del Signore inizia con “Osanna” e culmina con “Crocifiggilo”.
“Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”.
Gesù si è consegnato volontariamente e, seguendo la volontà del Padre, ha compreso che era “giunta l’Ora”, accogliendola con “obbedienza libera di figlio” e con infinito amore per gli uomini.
Il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, il “lavarsi le mani” di Pilato, Barabba, i due ladroni sono storie che esprimono e simboleggiano la sola e grande realtà, che ha portato Gesù alla croce: “Egli è stato schiacciato per le nostre iniquità”.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce e i nostri peccati portarono Gesù sulla croce.
Giuda che tradisce, Pietro che rinnega, Pilato che si lava le mani, la gente che è distratta, i soldati che si dividono avidamente le vesti e i ladroni che hanno ucciso non sono lì da soli, dietro ad ognuno di loro, ci siamo anche noi.
Gli accusatori di una volta sono morti, i testimoni sono andati a casa, il giudice ha lasciato il tribunale, ma il processo di Gesù va ancora avanti.
La Sua Passione continua e si rinnova in ogni uomo che soffre ed é perseguitato per causa della giustizia.
La Sua Passione continua e si rinnova in ogni uomo che, abbandonandosi alla cattiveria, grida ancora come quella volta: “Non costui, ma Barabba! Crocifiggilo!”.
PICCOLO ESERCIZIO SPIRITUALE – ed io?
Ed io, come voglio entrare nella storia della passione di Cristo?
Come il Cireneo che si affianca a Gesù, spalla a spalla, per portare con Lui il peso della croce, come le donne che piangono, come il centurione che si batte il petto, come Maria che se ne sta silenziosa accanto alla croce, oppure come Giuda, Pietro, Pilato e tutti coloro che guardano da lontano.
(dal sussidio liturgico-pastorale “Quaresima e Pasqua”, ed. San Paolo)
