DALLA PAROLA ALLA VITA – 16 novembre 2025 – GIUBILEO DEI POVERI – ANCORATI ALLA SPERANZA

Pubblicato giorno 15 novembre 2025 - In home page

“Sei tu, mio Signore, la mia speranza” (Salmo 71)

Un invito a gettare di nuovo le àncore della nostra fede nelle profondità della vita reale dove abitano le fragilità e germoglia la speranza.

Il tema scelto da Papa Leone XIV richiama ciascuno a riconoscere che la povertà non è un incidente della storia, ma un luogo teologico, un incontro possibile con il Volto di Dio che si fa compagno di strada dei più piccoli.

I poveri non sono un diversivo per la Chiesa, bensì i fratelli e le sorelle più amati, perché ognuno di loro, con la sua esistenza e anche con le parole e la sapienza di cui è portatore, provoca a toccare con mano la verità del Vangelo. Perciò la Giornata Mondiale dei Poveri intende ricordare alle nostre comunità che i poveri sono al centro dell’intera opera pastorale. (Papa Leone XIV)

Quest’anno la Giornata coincide con il Giubileo dei Poveri e diventa un tempo di grazia per ogni comunità per “cercare, conoscere, animare e promuovere i segni di speranza” già presenti nei nostri territori: luoghi e relazioni dove la carità si fa annuncio, educazione, giustizia e possibilità di vera trasformazione sociale.

Quando incontriamo la storia di qualcuno che prende sul serio il Vangelo non rimaniamo mai come eravamo prima.

Quando ascoltiamo il racconto di chi pone la sua unica speranza in Cristo si scatena in noi una “provocazione”.

Abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri.

Pregare insieme è una sfida che accogliamo, è un’azione pastorale che necessita di essere alimentata.

Tutto ciò richiede un cuore umile che abbia il coraggio di diventare mendicante e che sia pronto a riconoscersi povero e bisognoso.

Povertà, umiltà e fiducia si corrispondono: l’unica certezza è Dio vicino ed attento ad ognuno di noi.

“Necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”

Tutti facciamo esperienza di una preghiera che sembra rimanere senza risposta; a volte chiediamo di essere liberati da una “miseria” che ci fa soffrire e ci umilia; ci sembra che il Padre non ascolti la nostra invocazione.

Il silenzio di Dio non è distrazione dalle nostre sofferenze, piuttosto Lui custodisce una Parola che chiede di essere ascoltata con fiducia e abbandono sincero alla Sua Volontà.

“Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perchè non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla resurrezione dei giusti”

A.A. (dal sussidio liturgico-pastorale “Pellegrini di Speranza – Giubileo 2025”, ed. San Paolo)