Fermenti #1 – Tante stelle non fanno una costellazione

Pubblicato giorno 2 novembre 2017 - In home page

Si ha paura della relazione perché si ha paura della diversità. Tanti anni fa un mio amico mi diceva che tanti ruscelli non fanno un fiume. Mentre stavo buttando giù queste poche riflessioni mi è caduto lo sguardo sull’ultimo libro del vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, che titola: “Il crollo del Noi”.

L’illustre prelato descrive il fenomeno come crollo delle relazioni sociali dove rispuntano tanti “io” che in ogni ambito hanno sostituito il senso della comunità: è vero che l’individuo ha un valore unico e assoluto, a patto che non si riduca al narcisismo. Spesso si prendono degli impegni per realizzare se stessi e può anche accadere che ci si sposi per realizzare se stessi. Non per niente i mass media poche settimane fa hanno riportato l’episodio paradossale di una donna di quaranta anni che ha imbandito un grande banchetto di nozze con tanto di torta nuziale per sposarsi con se stessa. Il quotidiano La stampa di Torino riferisce, in un articolo dell’11 ottobre 2017, di “croci delle chiese, cancellate per non urtare la sensibilità dei clienti di fedi religiose diverse, in particolare dei musulmani”. È questa la strategia di marketing messa in atto dal supermercato Lidl di Camporosso, che utilizza una maxi foto del borgo di Dolceacqua sulla parete di fronte alle case, dalla quale sono “sparite” le croci sulla facciata e sul campanile della Chiesa di Sant’Antonio Abate. Il sindaco Fulvio Gazzola, in una lettera ai vertici nazionali dell’azienda, dice che non ci sta ad una rappresentazione falsata di una delle “cartoline” più polari del paese. Io credo che così non si rispetta la diversità ma si ha paura di essa, che invece rappresenta una “polifonia” che arricchisce la cultura.

La via maestra credo che sia la sinergia che matte insieme tante voci che si integrano. Si discute molto in questo periodo la scelta tra lo ius soli e lo ius culturae, ma io credo che nella Chiesa vadano valorizzate, pur nella diversità delle funzioni, ciò che abbiamo in comune: il battesimo e la missione a favore del Regno di Dio. Anzitutto, questa è la “sorgente” per rafforzare relazioni fraterne tra i vescovi e i presbiteri, tra i presbiteri e i laici. Ecco allora la promozione nella nostra diocesi delle “unità pastorali”, dove ognuno è valorizzato in base ai doni che Dio ha “depositato” nella sua vita mettendoli a servizio della crescita di tutta la comunità cristiana. Anche in diocesi si sta operando una “ristrutturazione” dei mezzi di comunicazione. È decollato da alcuni mesi un progetto che raggruppa le redazioni di Emmaus e di èTv Macerata in EmmeTv, canale 89 del digitale terrestre. Non si tratta di trasferire i medesimi contenuti dei bollettini parrocchiali dalla carta stampata al portale bensì di elaborare contenuti multimediali, immagini, video e news per collegare individui e comunità. Non sono mezzi di comunicazione dei “preti” ma mezzi che vogliono dar voce al territorio nello stile della “prossimità”. 

Luigi Taliani