Fermenti #21 – Padre Nostro

Pubblicato giorno 8 novembre 2018 - In home page

Il Padre nostro, ritrovato

Milano, grande quartiere della sua periferia. Un sacerdote fa visita ad una famiglia, autoctona e credente, benedice e prega con loro il Padre nostro. Prega solo lui! Gli altri ascoltano in silenzio. Al termine il padre di famiglia si avvicina al sacerdote e pieno di stupore dice: “Reverendo, ma sa che ha recitato una bellissima preghiera! Perché non la trascrive, ne facciamo delle fotocopie e la distribuiamo a tutto il quartiere per farla conoscere?”. Dovremo intitolare questo episodio, realmente accaduto, “Il Padre nostro, questo sconosciuto”. Ma a me piace definirlo “Il Padre nostro, ritrovato“!. Quanti di noi, me compreso, colpito dalla preghiera di Gesù, avrebbero avuto lo stesso stupore ed entusiasmo del nostro protagonista nel volerla diffondere! Non dobbiamo stupirci dell’episodio raccontato, poiché è diffuso più di quanto si pensi.

Anche nelle nostre parrocchie, quando si inizia il catechismo della Prima Comunione, di anno in anno sono sempre più i bambini che oltre al segno della croce non conoscono la preghiera del Signore, insomma il Padre Nostro. Non dobbiamo stupirci o scandalizzarci! Cogliamo questo fenomeno come una opportunità. Ripartendo dal Padre Nostro e dalla sua bellezza per parlare di Gesù. Da allora la preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli e che così noi troviamo nel Vangelo di Matteo è stata recitata da generazioni di cristiani. Ogni volta che noi pronunciamo con il cuore – e non solo con le labbra – quelle stesse parole del Signore, la nostra preghiera giunge diritta al cuore di Dio perché è la preghiera uscita dal cuore di Suo Figlio.

Ultimamente giornali, televisioni, web, sono tanti a parlare della preghiera di Gesù con un correttivo. Si riferisce alla sesta domanda che recita “non ci indurre in tentazione“. Nella prossima edizione del Messale il Padre nostro conterrà non più questa espressione ma quella più appropriato “non abbandonarci alle tentazioni”.

In effetti il “non ci indurre in tentazione” è così dire. Come ha detto Papa Francesco nel libro edito da Rizzoli “Padre nostro”:

Sono io che cado non è Dio che mi butta nella tentazione per poi vedere come io sono caduto. Un Padre non fa questo, un padre aiuta a alzarci subito

Luigi Taliani