Frammenti: ANNUNCIATORI DELLA PAROLA

Pubblicato giorno 20 gennaio 2023 - In home page

Il 22 gennaio celebriamo, per il quarto anno, la Domenica della Parola di Dio.

“Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto” (1Gv 1,3): l’annuncio è l’esperienza viva e personale del mistero pasquale; è presenza vera del Risorto dentro la storia di ciascuno di noi.

“Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati nel momento opportuno” (Eb 4,16).

In ogni celebrazione eucaristica, dopo i riti di ingresso ci accostiamo alla mensa della Parola di Vita, ci apriamo a Dio nell’atto penitenziale, ascoltiamo, lasciamo plasmare il nostro cuore da quella Parola “viva ed efficace” che nutre ed accoglie; poi, nel pane e nel vino consegniamo noi stessi, le nostre relazioni, il mondo in cui viviamo, nella consegna stessa di Cristo che ci immerge nella storia della salvezza, nella comunione tra cielo e terra.

“Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5), la Sua Parola ci coinvolge come destinatari della Rivelazione Divina e come annunciatori, testimoni e missionari in tutto il mondo.

“Ciò che abbiamo offerto, il nostro cibo, la nostra vita, noi stessi e il mondo intero, lo abbiamo offerto “in Cristo e come Cristo” perché Egli stesso ha assunto la nostra vita ed è Nostra Vita. Tutto questo ora ci è restituito come dono di vita nuova e, quindi, necessariamente come cibo” (A. Schumemann).

Ricevi il libro della Santa Scrittura
e trasmetti fedelmente la Parola di Dio,
perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini.

UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – “Invece di considerare la Bibbia come un libro da decifrare o come una storia da raccontare, dovremmo trattarla come persona. Le persone non le decifriamo, le incontriamo” (G. Josipovici)

Quando apriamo la Bibbia realizziamo un incontro. Quale che sia l’intenzione con cui ci si avvicina ad essa, cioè con animo di credente in chiave di lectio divina (lettura che diviene Ascolto della Parola di Dio, Meditazione, Preghiera, Contemplazione/Azione) oppure con interesse di studioso o di curiosità, è indispensabile sempre ricordare che la Bibbia proviene da un mondo lontano da noi.

La Sacra Scrittura è un libro scritto in ebraico (Antico/Primo Testamento) e in greco (Nuovo Testamento) e ogni lingua fa riferimento ad una mentalità, ad un immaginario ed ad un modo di leggere la realtà che ci sono lontani, anche geograficamente.

Il mondo biblico ci è lontano anche nel tempo: possiede una conoscenza scientifica particolare, una concezione della vita e delle relazioni sociali, un’idea di storia e di storiografia, assai diverse da quelle attuali.

La Bibbia è un “libro plurale”, frutto dell’accoglienza, da parte del popolo ebraico, di scritture e generi letterali che risentono di vari apporti culturali. L’identità biblica è data da una molteplicità e da una diversità di stili, di generi e di linguaggi, da cui sarebbe logico dedurre l’impossibilità di sue letture fondamentaliste e assolutiste.

La Bibbia si presenta come un continuo dialogo a due, è la presenza di un Dio che continuamente interloquisce, si incontra e si scontra con l’Uomo.

C’è un’espressione ebraica per indicare la sacralità di un libro biblico: un libro è sacro, (cioè ispirato, canonico) se “sporca le mani” e rende impuri, cioè da non maneggiare alla leggera e che richiede di purificarsi le mani, dopo averlo toccato.

Il sacro “sporca le mani perché non si può entrare in contatto con Dio senza che un po’ della sua santità ci rimanga addosso; non si esce indenni, l’incontro vero con Dio ci cambia. Inoltre “sporca le mani” perché fa emergere il proprio peccato, la propria lontananza dalla misericordia, dalla santità e dall’amore di Dio.

Per i credenti, gli autori della Bibbia sono Dio e l’uomo, con una particolare assistenza divina, detta “ispirazione”. La Bibbia è perciò “ispirata”, ma non “scritta” da Dio.

“Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere ed educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,16-17).

“Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2Pt 1,20-21).

A.A. (fonte: Autori Vari)