Frammenti – La Parola e la preghiera in tempo di pandemia

Pubblicato giorno 2 dicembre 2020 - In home page

Nella prima fase della pandemia, abbiamo letto e forse anche scritto molti cartelli, tipo “andrà tutto bene”, “ce la faremo”, abbiamo ascoltato cori e musiche dalle terrazze. Oggi, questo ottimismo troppo facile, come era prevedibile, si è spento.

Le persone sono arrabbiate, impaurite, con i nervi a fior di pelle, scoraggiate, sole, poco disponibili al servizio, malgrado i numerosi inviti alla fraternità.

È in questa situazione che noi cristiani laici siamo chiamati a pregare il Signore, perché ci aiuti a scuoterci, a elaborare semplici ma nuovi modelli di vita credente, per l’esistenza ordinaria e quotidiana.

Sperimentiamo, che in questi tempi difficili, occorre radicarsi all’essenziale. La parola di Dio (1Pt, 2,1-5) ci dice che l’essenziale è il Signore Gesù, la “pietra viva” che può rendere stabile e forte la nostra esistenza. Tenendo lo sguardo fisso in lui, gli chiediamo con fede di allenare i nostri occhi a vedere la vita come la vede lui.

Quando, ogni giorno, ricominciamo il cammino e ci riconosciamo messi in piedi dalla sua misericordia che ci ama senza nostro merito, riusciamo a diffondere intorno a noi piccoli semi di speranza, ci sentiamo amati, accompagnati da lui e non soli.

Ma duriamo poco … con le nostre sole forze, non ce la facciamo a diventare uomini e donne che testimoniano la verità in cui credono, con convinzione e insieme con mitezza e rispetto dell’altro, aperti all’ascolto e al dialogo con tutti.

Per vivere come “stranieri” in questo mondo (cfr. 1 Pt 2,11-12) (che non vuol dire indifferenti, apatici, chiusi, concentrati solo sulle nostre cose) abbiamo bisogno di uno sguardo lungo, sempre gettato lontano, capace di riconoscere il progetto di bellezza, con cui la creazione tutta è uscita dalle mani di Dio ed è stata rigenerata da Gesù risorto.

La fede ci dice che, stretta al Signore Gesù, la nostra esistenza non è mortificata né spenta, ma potenziata: acquista il profumo del Vangelo e parla. Racconta che è possibile una vita piena, che sa prendere, dalla luce della fede, le coordinate per rispondere ai bisogni di ogni giorno, in famiglia, nel condominio, nel posto di lavoro…

Per comunicare il profumo del Vangelo, dobbiamo essere vicini alle persone, permettere al Vangelo di diventare luce sulle gioie, sulle speranze, sulle fatiche che incontriamo. Come laici cristiani, preghiamo per imparare ad amare questo tempo, a sentirci parte della comunità sociale, quando, con l’aiuto di Dio tentiamo di spendere la fede, nelle situazioni di ogni giorno. La separazione tra fede e vita, tra preghiera e servizio, tra ascolto della parola e attenzione a chi è più piccolo, non fa crescere in umanità, né noi né gli altri.

S.C.