L’undici maggio scorso, papa Francesco ha istituito il ministero laicale di catechista.
Nella Chiesa, “ministero” è un servizio a cui il Signore chiama una persona, perché metta i doni ricevuti (la fede nel Signore Gesù, l’amore alla Parola e alla Chiesa, le ricchezze della sua umanità, le competenze, a servizio dei fratelli e delle sorelle.
Il ministero istituito non è un potere, né un privilegio, ma l’umile risposta di ogni battezzato alla tenerezza di Dio. Papa Francesco ha semplicemente applicato il concilio Vaticano II. Nel documento “Cristo luce delle genti “, il Concilio chiama ogni battezzato a rendere presente e operosa la chiesa, come “sale della terra “. Nel decreto “Alle genti “, sottolinea che è prezioso e indispensabile il coinvolgimento dei fedeli laici, per lo sviluppo della comunità cristiana.
È molto bello il gesto di comunione e di fiducia, con cui il papa ha invitato le conferenze episcopali a studiare il percorso formativo necessario, per rendere fattivo il ministero laicale di catechista. Ogni pastore, come primo catechista, guida e padre nella fede, conosce il territorio in cui vivono i battezzati, sa riconoscere i doni di ciascuno, può chiamarli a metterli a servizio.
Abbiamo tutti la responsabilità di pregare lo Spirito Santo, perché illumini i vescovi e sostenga i catechisti che saranno chiamati al ministero. Chiediamo, nella preghiera, che li renda servitori umili, giovani e adulti gioiosi, grati, generosi, credenti credibili.
S.C.