Frammenti – Una Parola per volta

Pubblicato giorno 10 novembre 2020 - In home page

Nel ‘500 uno stizzito Martin Lutero notava: «In Italia la Sacra Scrittura è così dimenticata che rarissimamente si trova una Bibbia».

Il poeta francese Paul Claudel (1868-1955) ironizzava: «I cattolici hanno un grande rispetto per la Bibbia e questo rispetto lo dimostrano standone il più lontano possibile».

Ai nostri giorni, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, conferma la scarsa familiarità che tuttora sussiste con le Sacre Scritture, che i fedeli ascoltano soltanto a messa o in altre celebrazioni liturgiche. È vero, come attestano le statistiche, che la Bibbia è il libro più diffuso al mondo, ma è altrettanto vero, come dice Fisichella, “che è anche quello più carico di polvere nelle nostre librerie di casa”.

Papa Francesco, con la Lettera apostolica Aperuit illis (“aprì loro le menti per comprendere le Scritture”: con queste parole l’evangelista Luca sintetizza l’incontro del Risorto con i discepoli di Emmaus), ha istituito nella terza domenica del Tempo Ordinario la celebrazione della “domenica della Parola di Dio”. Il santo Padre ha così dato non solo continuità agli insegnamenti del Vaticano II, ma ha messo in atto quanto aveva auspicato a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. Far seguire, cioè, a quella “spiritualità della misericordia” una maggiore presenza della parola di Dio, che è vita, e di cui deve nutrirsi il popolo cristiano assieme al cibo eucaristico. La parola di Dio, infatti, richiede tanta preghiera, meditazione e studio.

«La Domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica» (papa Francesco, Aperuit illis 3).

Proviamo anche noi, ogni tanto, a pregare, meditare, studiare. Una parola per volta.

(rielaborazione di un editoriale di Antonio Sciortino su “Vita Pastorale”)