FRAMMENTI – venerdì 22 marzo 2024 :Via Crucis per le vie di Cingoli – UN CUORE CHE ARDE

Pubblicato giorno 21 marzo 2024 - In home page

C’è un tempo per ogni cosa, un tempo per ridere e un tempo per piangere. Mentre ascolto alcune notizie al telegiornale mi chiedo con cuore inquieto in quale tempo stiamo vivendo. Il tempo della guerra, della violenza inaudita, che lascia segni indelebili soprattutto nelle vite dei più piccoli, dei soprusi, il tempo della follia: è un tempo che lascerebbe poco spazio alla fiducia e alla speranza se non si mettesse il cuore in un ascolto profondo della vita. Vita, un mistero insondabile nelle sue multiformi sfaccettature. Vita donata, vita offerta…

E’ questa vita che vogliamo contemplare venerdì 22 marzo, con la Via Crucis per le vie di Cingoli, attraverso la memoria dei Missionari Martiri del 2023.

Tra i tanti volti da ricordare e da affidare all’amore di Dio, tra le diverse vite tradite, il cui sangue innocente diventa testimonianza di un orizzonte che supera la violenza, c’è anche la storia di Don Isaac Achi, 61 anni, sacerdote nigeriano, ucciso dalle fiamme durante un assalto alla sua parrocchia, avvenuto alle 3 del mattino di domenica 15 gennaio 2023.  Don Isaac Achi, 10 anni prima era stato rapito da banditi e liberato dalla polizia nei dintorni di Abuja, nella sua precedente parrocchia. All’udienza generale del 18 gennaio 2023, Papa Francesco ha ricordato il sacerdote ucciso con queste parole: “Chiedo a tutti voi di pregare con me per Padre Isaac Achi, della Diocesi di Minna, nel nord della Nigeria, ucciso domenica scorsa nella casa parrocchiale. Quanti cristiani soffrono sulla propria pelle la violenza: preghiamo per loro!”

La sua è una delle tante vite “offerte” in diverse parti del mondo. E’ spontaneo chiedersi cosa possa fermare la violenza  che si innesca in alcune aree, soprattutto per motivi religiosi. Difficile trovare una risposta, umanamente verrebbe da scegliere la via della fuga, della condanna, della rabbia. Ma i Missionari ci insegnano che partire per condividere in terre lontane l’amore di Dio, è un gesto di vita autentica: la loro grandezza non è tanto e solo nell’essere vittime di una violenza, ma nel tempo dedicato con passione e fiducia a condividere pezzetti di cielo. Per questo, contemplare le loro storie è toccare con mano e ascoltare in profondità la vita: una vita che si fa presenza, si fa dono, si fa affidamento fino alla fine. Una fine, la morte, che già sconfitta dall’amore di Dio, ci ricorda che tutta la vita terrena, come una Via crucis, è il cammino doloroso e consapevole verso la salvezza, la vita eterna.

Ricordare i nostri Martiri è anche un modo per non dimenticare tutte le terre in cui l’uomo vive nel conflitto, nella paura, nell’incertezza. Sono putroppo una realtà con cui fare i conti. La loro morte possa essere una luce per non spegnere il cuore e accendere possibili gesti di fratellanza universale. Per questo la veglia dei Missionari Martiri è anche un’occasione per raccogliere offerte, al posto della cena se si vuole, che saranno poi destinate ai bisogni delle Chiese missionarie nel mondo.

Un cuore che arde è un cuore che non si lascia mai spegnere dalle contraddizioni dell’esistenza terrena, ma dovunque cerca scintille di bene, sentieri di vita vera.