I Segni dei Tempi #10 – Un percorso di Partecipazione civica

Pubblicato giorno 6 aprile 2018 - In home page

Partiamo da due definizioni, la prima tratta dalla Legge 266/91e la seconda dalla Carta dei Valori del Volontariato: “Attività di volontariato è quella prestata ad altri in modo personale, spontaneo, gratuito, senza fini di lucro anche indiretto, ed esclusivamente per fini di solidarietà sociale” (art.2).

Volontario è la persona che, adempiuti i doveri di ogni cittadino, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per gli altri, per la comunità di appartenenza o per l’umanità intera. Egli opera in modo libero e gratuito, promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni dei destinatari della propria azione o contribuendo alla realizzazione dei beni comuni” (n.1)

Da queste indicazioni si possono trarre tre caratteristiche qualificanti.
Il valore essenziale è la gratuità, assenza di guadagno, rinuncia ad ogni forma di potere (ti aiuto quindi sono importante e mi devi ringraziare) e di vantaggi. L’etica del dono è la qualifica morale dell’azione del volontario. Questo non significa che le Associazioni non abbiano contributi, significa che gli stessi non sono ripartiti tra i volontari che svolgono prevalentemente servizi relazionali.

La seconda caratteristica è l’attenzione alla dignità della persona, cioè essere presenti con spirito di condivisione, di solidarietà verso la persona che vive particolari momenti di fragilità. E’ la relazione per valorizzare la persona. Farsi carico del bisogno significa sperimentare la responsabilità, sperimentare il motto proposto da don Milani ai suoi giovani “I Care”.

La terza è lo spirito di solidarietà, l’amore come servizio. Decidere di farsi carico, secondo le proprie competenze, dei problemi locali e globali per promuovere il bene della persona e il bene comune. La solidarietà si fonda sulla giustizia, sul superamento di comportamenti discriminatori, sulla denuncia e sulla proposta per migliorare la società.

Tutto si potrebbe sintetizzare in una serie di opportunità: è avere uno spazio personale di riflessione per ricalibrare le priorità della propria vita, è occasione di crescita umana, è educare alla partecipazione civica, è lavorare per le persone più fragili, è promuovere il bene comune ed infine è strumento di inclusione ed integrazione. Per quest’ultimo aspetto è immediato il riferimento alle convenzioni firmate dai Comuni dove sono ospiti giovani immigrati e la Prefettura (vedi Comune di Treia). I giovani accolti vengono integrati nelle comunità locali attraverso i lavori socialmente utili.

Opportunità ma anche obblighi. Gratuità, rispetto della persona, spirito di solidarietà sono valori che vanno sempre coltivati e approfonditi. E’ indispensabile una formazione continua sia motivazionale per la continuità dell’esperienza, sia tecnica per saper fare, saper rispondere ai bisogni intercettati.

Vorrei approfondire il percorso di partecipazione civica. Mai questa esperienza sociale è stata una forma di collateralismo con un partito ma sempre è stata esperienza politica. Il volontariato è stato sempre pungolo ai politici perché siano sensibili e attenti alle necessità dei più deboli, dei poveri e degli emarginati e profezia per i Servizi Sociali, è rappresentanza sociale delle condizioni di vita fragile. Tutto questo obbliga il volontario all’informazione, alla presenza negli organi di partecipazione democratica, alla cittadinanza attiva, alla denuncia e alla proposta.

Prima di analizzare alcuni ulteriori aspetti vale la pena fare un cenno sul Servizio Civile nazionale. E’ un servizio che, se pur minimamente retribuito, è vissuto con lo spirito del volontariato “puro” e che realizza, come scritto nella legge istitutiva n.64/2001, la solidarietà sociale, promuove la sussidiarietà e la cooperazione.

Ripartiamo dalla relazionalità, dal lavoro continuo e feriale di accumulo di trame di vite. E’ più facile fare il volontario erogando un servizio che tessere condizioni di incontro e presenze plurali. Una comunità si crea divenendo tessitori di relazioni, mettendo a disposizione tempo e luoghi, favorendo le relazioni altrui come un regista. Il volontario si mette in mezzo alle vite degli altri generando comunicazioni, relazioni, scambio e cambiamento.

Chi opera generando relazioni ha bisogno di una abilità particolare: agire in ascolto. Sempre più spesso ai volontari è chiesto di affiancare persone e famiglie più che occuparsi di specifici bisogni. La seconda abilità richiesta è uscire da una “solidarietà perimetrata” cioè dal “sempre fatto così” dalla “zona di cura” usuale.

Il compito del volontariato è formativo-sociale: far scoprire alle persone, alle famiglie, ai piccoli gruppi, alle forme di vicinato, che possono essere risorsa gli uni per gli altri.

Testi consigliati:
Giovani e Volontariato, una via per formare cittadini responsabili (Antonello Famà – Nicoletta Purpuro);
Valori ed etica del volontariato (Gino Perin)
Idee e mappe per il nuovo Volontariato (Ivo Lizzola)
Incontrare fragilità, tessere vita comune (Ivo Lizzola)
Legge quadro sul volontariato 266/1991
Carta dei Valori del Volontariato

P.G.