I Segni dei Tempi #6: I Poveri e l’Alleanza contro la povertà

Pubblicato giorno 7 febbraio 2018 - In home page

Siamo chiamati a leggere i “Segni dei nostri tempi”, tra questi certamente emerge quello della povertà ma anche il tentativo di una Alleanza per combattere la stessa.

È problematico affrontare questi argomenti nel piccolo spazio di un articolo, spero che sia stimolo per un approfondimento personale. L’attenzione la poniamo alla situazione italiana lasciando da parte, per il momento, quello che succede nel resto del mondo dove si vivono realtà tragiche che il Papa ci richiama in continuazione e che tocchiamo con mano anche attraverso gli immigranti che tentano di venire in Italia.
Partiamo da alcuni dati, forse conosciuti, che vale la pena tenere sempre presenti.
In Italia esiste una povertà – quella assoluta- che rileva la quota di persone (o famiglie) che non riescono a raggiungere un livello di vita “dignitoso”, cioè socialmente accettabile. La soglia di povertà rapporto-caritas-futuro-anteriore-2017_4assoluta rappresenta il valore monetario di quel paniere di beni e servizi (alimentazione adeguata, abitazione, vestiario, salute, ecc.) ritenuti essenziali per ciascuna famiglia, calcolata in base al numero e all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza. Una famiglia è quindi definita assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario. Secondo questa definizione, in Italia vivono in uno stato di grave povertà 4 milioni 742mila persone (il 7,9% dei residenti), un totale di 1 milione e 619mila famiglie (pari al 6,3% dei nuclei familiari). Anche nel 2016 si registra un lieve incremento dell’incidenza della povertà, disattendendo la speranza di un miglioramento, di un cambio  di tendenza di quel trend negativo che ormai dal 2007 appare continuo e inarrestabile (l’unica eccezione è stata la lieve flessione del 2014). In termini percentuali nell’ultimo decenniosi è registrato un incremento del 165,2% del numero dei poveri.
I dati Istat consentono di approfondire i profili sociali e demografici delle persone che oggi vivono le situazioni di maggior sfavore. Quattro risultano essere le categorie più svantaggiate: 1- i giovani (fino ai 34 anni); 2- i disoccupati o i nuclei il cui capofamiglia svolge un lavoro da “operaio e rapporto-caritas-futuro-anteriore-2017_6
assimilato”; 3- le famiglie con figli minori; 4-le famiglie di soli stranieri.
In Italia la povertà tende a crescere con il diminuire dell’età. All’interno delle famiglie dove sono presenti tre o più figli minori la situazione è particolarmente critica. Sono coinvolte 138 mila famiglie pari a 814mila persone.

Ci fermiamo qui con la conoscenza dei dati per non appesantire lo scritto, ma è chiara la gravità della situazione.
Alleanza contro la Povertà. L’Alleanza contro la povertà in Italia, nata alla fine del 2013, raggruppa un insieme di soggetti sociali che hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese. Compongono l’Alleanza 35 organizzazioni che portano con loro sia il sostegno di un’ampia base sociale sia l’esperienza della gran parte dei soggetti oggi impegnati nei territori a favore di chi vive condizioni d’indigenza. Una simile Alleanza non era mai stata costruita in Italia. Tra le varie associazioni ricordiamo: Acli, Anci, Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Cgil – Cisl – Uil, C.n.c.a., Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative, Forum Nazionale del Terzo Settore, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari, Adiconsum, Arci, U.N.I.T.A.L.S.I.
L’Alleanza ha lavorato alla costruzione della sua proposta, il Reddito di Inclusione Sociale (REIS), mentre su quello politico ha operato affinché la lotta all’indigenza uscisse dalla marginalità nella quale era stata storicamente relegata nel nostro Paese. Il lavorio costante negli anni ha fatto si che nel febbraio 2016 il Governo ha presentato in Parlamento il disegno di legge delega per l’introduzione di una nuova misura contro la povertà. La legge delega, che dà il via al REI, è stata approvata il 9 marzo 2017 dal Parlamento e il successivo 14 aprile il Governo e l’Alleanza hanno firmato un Memorandum d’intesa sui contenuti del decreto legislativo previsto per la sua attuazione.
Queste poche righe invitano a partecipare alle iniziative che l’Alleanza propone anche nelle Marche dove è nata nel 2015 dall’incontro di 14 Associazioni: ACLI Marche, CARITAS Marche, CISL Marche, CGIL Marche, UIL Marche, CSV Marche, Azione Cattolica Marche, Confcooperative Marche, Meic Marche, Adiconsum, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Banco Alimentare, Banca Etica, Actionaid. Rimane sempre vero l’impegno dei Cristiani alla partecipazione per evitare i peccati di omissione.
Cosa dice l’insegnamento sociale della Chiesa su tale tema?
Più volte abbiamo parlato del Bene Comune e tra le sue implicazioni assume immediato rilievo il principio della destinazione universale dei beni. Il principio dell’uso comune dei beni è il primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale e principio tipico della dottrina sociale cristiana (L.E., 19). Il principio della destinazione universale dei beni richiede che si guardi con particolare sollecitudine ai poveri, a coloro che si trovano in situazioni di marginalità e, in ogni caso, alle persone a cui le condizioni di vita impediscono una crescita adeguata. A tale proposito va ribadita, in tutta la sua forza, l’opzione preferenziale per i poveri. All’inizio del nuovo millennio, la povertà di miliardi di uomini e donne è «la questione che più di ogni altra interpella la nostra coscienza umana e cristiana» (Giovanni Paolo II, 2000). La povertà pone un drammatico problema di giustizia: la povertà, nelle sue diverse forme e conseguenze, si caratterizza per una crescita ineguale e non riconosce a ogni popolo l’eguale diritto “ad assidersi alla mensa del banchetto comune”(S.R.S. 33)
Chiudiamo la riflessione con la speranza che nelle parrocchie non si parli solo di carità ma anche di giustizia.

Piergiorgio Gualtieri