I Segni dei Tempi #8 – La Famiglia, soggetto sociale e politico (parte prima)

Pubblicato giorno 3 gennaio 2018 - In home page

Proviamo ad affrontare il tema della famiglia sotto due angolature: la prima più sociale valorizzando alcuni articoli della Costituzione Italiana che parlano della famiglia; la seconda angolatura avrà a fondamento la DSC definita “la carezza di Dio agli ultimi”e quindi anche per la famiglia che spesso è considerata ultima. L’aspetto sacramentale è il sottofondo delle due riflessioni.

Nella Costituzione sono contenuti tre articoli, 29, 30, 31, diretti a promuovere e sostenere la famiglia.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29).
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose” (art.31).
L’art. 30 parla del dovere educativo dei figli.
Anche l’art. 37, parlando del lavoro della donna è attento alla famiglia: “Le condizioni di lavoro devono
consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
Credo siano sufficienti queste poche righe per pensare alla famiglia non solo come soggetto privato ma come soggetto sociale e, in quanto tale, capace di condizionare il benessere dell’intera società. Il Costituente ravvisa nella famiglia una grande protagonista della sussidiarietà da sostenere ed agevolare per la costruzione della società intera, per realizzare un interesse pubblico di tutti, in altre parole per conseguire il Bene Comune.

Non sempre questa idealità si è concretizzata e questo deve obbligare tutti, ed i cristiani in particolare, ad analisi ed impegni diretti.
La famiglia deve essere sempre un soggetto attivo a pieno titolo, un interlocutore istituzionale riconosciuto. Bisognerà sperimentare la “rappresentanza”, è necessario fare in modo che si costituisca un gruppo di famiglie, ben motivato, legate sia alla Pastorale familiare che a quella sociale, che promuovano attività socio-politica e siano in grado di confrontarsi con le istituzioni e gli enti locali. Si tratta anche di una sfida formativa: “dovremmo essere più preparati e attrezzati sui temi del welfare familiare, per reggere il confronto e sostenere la causa”(47° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani), sollecitando, anche nel nostro territorio, le forze sociali e politiche. Confronto e concertazione non significano mero rivendicazionismo ma anche offerta di servizi a favore della società.
Per essere capaci di fare opera di rappresentanza è necessario conoscere le famiglie che ci circondano, i loro bisogni, le loro paure e sofferenze ma anche le risorse che hanno da mettere a servizio della comunità intera. Potrebbe essere utile preparare un questionario in tal senso, mettere una cassetta in fondo alle chiese ed invitare le famiglie a inserire il questionario compilato in maniera anonima? E’ arrivata l’ora di fare una pastorale basata sulla realtà e non sull’idea che abbiamo di famiglia e di società! Non è più sufficiente leggere libri sulla famiglia, è necessario intervistarle direttamente.

Possiamo crearci strumenti di sostegno e di aiuto: una finestra nel sito diocesano dove si possa far circolare le informazioni, valorizzare le buone pratiche e segnalare esperienze interessanti. A Macerata già si concretizzano progetti che aiutano la famiglia: “Condomini solidali” per i rapporti di buon vicinato; “Antenne sociali” per essere attenti alle persone che vivono nella solitudine estrema; “Famiglie solidali”, reti di buon vicinato e di solidarietà per prevenire le situazioni di disagio, rafforzare il benessere sociale, far crescere la cultura della cura e dell’attenzione all’altro; “Centro per le famiglie”, attività di gruppo, incontri individuali, percorsi di accompagnamento e formazione alla genitorialità ed alla vita di coppia. A questi servizi si aggiungono i consultori della diocesi e della sanità.
Proprio perché le famiglie si uniscono in gruppo diventano anche soggetto politico capace di affrontare temi come il welfare, il fisco e le tariffe locali e di far utilizzare criteri giusti (Isee) per la redistribuzione equa delle risorse messe in gioco a livello comunale.
Un’ulteriore possibilità che il gruppo “rappresentante” può avere è creare rete con l’organizzazione sindacale che contratta gli orari di lavoro per la conciliazione tempo di lavoro – tempo di cura, che contratta con l’Ente Locale i servizi sociali, ecc.
In sintesi bisogna educare gli sposi a concepire la loro unione come un impegno di responsabilità nei confronti della società.

Piergiorgio Gualtieri