La domenica della Parola di Dio – la Bibbia non un libro per pochi privilegiati ma il libro del popolo di Dio

Pubblicato giorno 23 gennaio 2020 - In home page

La Scrittura – dice il teologo padre Ermes Ronchi – ha un carattere fondativo e quasi sacramentale: in essa il popolo di Dio si ritrova. “La Parola è urlo, è ruggito dei profeti, è grido del povero; a volte è invece semplice sussurro nella notte, sogno, brivido nell’anima, oppure il racconto di una storia. In questo, Gesù è un vero specialista, e le parabole sono la punta più rifinita e più geniale del suo linguaggio.

La parabola è per tutti: è laica, universale, raggiunge chiunque e chiama a entrare dentro una vicenda. Ma nel Vangelo il Signore pone anche oltre 200 domande: due modi per gettare un amo nel profondo dell’anima lasciando piena libertà di risposta”.

Continua Ronchi: “A volte assistiamo a letture sciatte, senza partecipazione. Il lettorato è prezioso: non si tratta di leggere per conto proprio o di declamare come a teatro, bensì di proporre in modo attento e vibrante la Parola del Signore. Quanto all’omelia, croce e delizia di ogni sacerdote, occorre dedicarvi tempo e ispirarsi alle tecniche comunicative di Gesù: la creatività e la bellezza delle sue storie. Noi preti corriamo invece il rischio di mettere in pratica ciò da cui padre Turoldo ci metteva in guardia in un suo verso: <<Dio ucciso dalle nostre mestissime omelie>>.

La Bibbia è storia di Dio con l’uomo; è dialogo tra cielo e terra; è richiamo a guardare nell’intimo ma anche ad uscire da sé verso i poveri che sono voce e carne di Dio; sono i profeti di oggi che gridano davanti al Signore e Lui in loro si identifica. Pensiamo a Matteo 25: mi avete dato da mangiare, da bere, mi avete accolto. Ero io. Poveri, malati, migranti: è negli ultimi che Dio si identifica; Lui, il Diverso che viene per renderci diversi da ciò che siamo. La Parola deve avere ricadute concrete nella nostra vita, deve fare storia. Ascoltarla è ascoltare Gesù: avere gli occhi, le mani, i piedi di Gesù che corrono verso chi è nel bisogno; essere sospinti come Lui dallo spirito verso i nostri fratelli”.