Un mese fa ormai, era il 14 marzo, ci lasciava padre Giancarlo.
Abbiamo sottolineato alcuni aspetti della sua personalità, per costruire, a più cuori e a più mani, una fotografia bella, che ce lo faccia sentire vivo, vicino a noi, con il sorriso e l’entusiasmo di sempre.
Abbiamo conosciuto padre Giancarlo Nava, nel corso di una preparazione alla festa dell’Immacolata nel dicembre 1983 e abbiamo subito stabilito (giovani della parrocchia e gruppo di famiglie) un rapporto, che nel tempo si è consolidato e ha preso il volto di una amicizia vera e fedele: una di quelle che ti dà gioia e su cui sai di poter contare.
Padre Giancarlo, pur lontano, con i suoi periodici messaggi, non ha fatto mai mancare la sua presenza di condivisione, nei momenti più significativi della vita personale (matrimoni, nascite, feste, morte di qualcuno) e del cammino di fede della parrocchia. Ogni volta che ritornava in Italia, veniva immancabilmente a Macerata e lo sentivi sempre interessato, desideroso di ascoltare, pronto a informarci sulle sue gioie e fatiche, nell’annuncio del Vangelo. Il suo sorriso gioioso è indimenticabile.
La testimonianza più bella, padre Giancarlo l’ha scritta nella nostra vita, con la sua fede adulta e sincera, unita a una grande sensibilità umana.
Ci ha sempre colpito la forza che traspariva dal suo servizio, la scelta di mettersi sempre e comunque dalla parte degli ultimi, anche a costo di rischiare in prima persona, di fronte al potere. Nell’ultimo incontro all’Immacolata, ci ha parlato della corruzione che c’è in Paraguay e dei problemi, per accedere anche ai servizi essenziali. Già da quando lo abbiamo conosciuto, ha portato una ventata di novita’ e di entusiasmo, (eravamo tranquilli studenti di provincia), presentando idee che in quel momento storico sembravano ”azzardate”, ma che altro non erano, che l’attenzione alla dignità di ogni persona e il desiderio di servire chi faceva più fatica a vivere, perché privo del minimo necessario.
Di carattere deciso e autorevole, ha però fatto sempre capire che era pronto a chinare il capo, quando la situazione si faceva difficile, per non portare svantaggi a nessuno. Sacerdote generoso, capace di trascinare e di entusiasmare, ha per scelta donato le sue migliori energie ai giovani, riconoscendo in essi, già presente, la Chiesa del futuro.
In questo difficile momento, i sentimenti che ci uniscono sono la dolcezza dell’amicizia, la tristezza e la fatica di accettare l’assenza. Ci mancherà tanto il suo sguardo pieno di voglia di fare, la sua volontà di non arrendersi . Ma prevale la gratitudine, per il bene ricevuto da una persona bella, cara, significativa.