
“Una moltitudine di uomini e di donne” – “La folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva”: ognuno di noi fa di Dio un’esperienza differente.
Siamo diversi, increduli e credenti, ma Dio è sempre Luce sui nostri passi.
Il Risorto è Colui che sa amare, misericordioso senza misura sa trasformare l’incredulità in Atto di Amore.
“Mio Signore e Mio Dio”: riconosciamoLo.
Insieme, nella liturgia domenicale, per incontrarLo, ascoltarLo, viverLo, amarLo, pregarLo.
Incoraggiamoci a farNe “L’Esperienza Fraterna” perché la fede cristiana non è un fatto privato ed individuale, ma è l’Incontro di Cristo Risorto nella comunità, nella chiesa universale, in ogni singola famiglia.
Tommaso, uno di noi, l’uomo “credente”, passa attraverso la fatica del dubbio, il buio della sofferenza, la notte della morte, le tenebre del fallimento, il sole che si oscura “da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio”, i segni dei chiodi nelle mani e nei piedi, il colpo di lancia nel costato alla luce del mattino di Pasqua, alla pietra rotolata via dal sepolcro, alle testimonianze dei due che Lo hanno riconosciuto nello spezzare il pane, alle mani di Maria che hanno stretto e baciato i Suoi piedi forati, all’entusiasmo degli altri dieci che “la sera di quello stesso giorno” hanno avuto la fortuna di vederLo vivo in mezzo a loro solo perché chiusi in casa dalla paura.
Tommaso è già in viaggio ad annunciare il vangelo e, come ogni discepolo, non si chiude nel suo dolore, nelle sue poche/tante certezze, ma si mette in cammino e alla ricerca.
Lasciamoci prendere dalla misericordia del Vivente, entriamo a far parte dell’esperienza di pace che è dono dello Spirito.
Diventiamo, con Tommaso, discepoli del Signore e trasformiamo la nostra vita in un atto incondizionato di fede, in una certezza che non si lascia trascinare dietro scelte mondane.
Lo Spirito di Dio diventi la ragione della nostra esistenza, l’energia che ci permette di essere portatori di ricchezza nella storia e il coraggio che trasforma i nostri volti in sguardi splendenti.
“Mio Signore e Mio Dio” : OGGI Tommaso ci invita ad un profondo atto di fede, ad avere forza e vitalità e a credere in profondità alla Sua bellezza e alla Sua grandezza perché “la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo”.
UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – il suo amore è per sempre
Gesù, come è faticosa la fede che si fonda soltanto sulle nostre certezze.
Vogliamo credere senza vedere e senza toccare.
Ci basta la grazia di poter trasformare il nostro cuore di pietra in cuore di carne, fidandoci di Te.
Sei la misericordia, abbiamo bisogno dell’Amore”, di farti entrare nella nostra storia come Colui che salva.
Abbiamo bisogno di Te, Gesù, Pastore buono e bello, che ci accompagni col tuo bastone e il tuo vincastro.
Abbiamo bisogno di Te, Gesù, Vivente e Dolcissimo.
Non cerchiamo altri pascoli, se non quelli del tuo Amore, della tua acqua viva, del tuo perdono.
Gesù, prendi le nostre mani e mettile dentro le tue piaghe. Soltanto da quella sorgente scaturisce sangue ed acqua, sgorga il tuo meraviglioso zampillo di carità che stiamo cercando, giorno dopo giorno, finché non avremo trovato il pozzo che disseta, il cuore della fede, la beatitudine dell’anima.
“Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo, ma credente! Alleluia”
“Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre”
A.A. (fonte: sito QUMRAN2.NET)