Gesù entra a Gerusalemme: gloria e trionfo, umiliazione e passione.
“Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore”: accoglienza, entusiasmo, acclamazione verso Colui che restituisce dignità, speranza e fiducia.
Gioia osannante e scomoda, assurda e scandalosa; chi cerca di giustificare se stesso e di confidare nelle proprie forze sentendosi superiore agli altri, difficilmente comprende la festa della misericordia di Dio.
Gesù è il Servo sofferente, Gesù è il Servo obbediente.
“Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”: Gesù ha la certezza che Dio non lo abbandonerà.
Gesù, come modello di misericordia e di perdono, va incontro alla sua passione e alla sua morte con la fiducia nel Padre, prega per coloro che vogliono crocifiggerlo, “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” e si rivolge al ladrone con una consolante promessa: “Oggi con me sarai nel paradiso”.
“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”: Gesù muore rimettendosi totalmente alla volontà di Dio.
UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – Gesù Cristo è il Signore! …e noi?
Siamo discepoli, seguiamo con fiducia il Maestro?
Rimaniamo con Lui nel momento della prova?
Facciamo la Sua Volontà?
Siamo fedeli?
Lo “incontriamo nell’altro” o scegliamo di “lavarci le mani”?
“Veramente quest’uomo era giusto”
Riconosciamo il Figlio di Dio, il Verbo fatto carne che è venuto nel mondo per rivelarci il volto misericordioso del Padre.
Andiamo incontro agli ultimi per servire Cristo in loro.
A.A. (fonte: sito QUMRAN2.NET)