“Metti qui il tuo dito”: Tommaso sconvolto e stupefatto, gli apostoli inquieti, come se, a loro volta, avessero necessità della stessa conferma e, oggi, anche noi bisognosi di vedere e di toccare.
I dubbi di Tommaso non sono solo i suoi, gli altri discepoli e i cristiani di ogni luogo e di ogni tempo continuano a stento a credere alla Resurrezione nella concretezza della propria vita.
Gesù si mostra disponibile verso Tommaso, con amore e pazienza riconosce la fatica del credere e lo esorta a guardare e toccare. Il gesto richiesto e la proposta del Maestro ha un valore altamente simbolico, per credere “bisogna entrare nelle ferite della passione”.
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”: la resurrezione è un cammino da percorrere oggi, niente è dato per scontato.
“Non essere incredulo”: il credere non è un fatto acquisito per sempre, ma una dinamica di vita.
“Ma credente”: è la relazione con Dio, il nostro affidarci a Lui; non si è credenti solo per se stessi.
Il Signore non ha bisogno di creduloni: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” risponde Gesù a Tommaso.
Il Signore ci esorta, ci incoraggia, ci consiglia e ci invita a “diventare increduli” come quando, di fronte alla bellezza del creato, alla nascita di un bimbo, al superamento di un ostacolo, con meraviglia, con entusiasmo, con sorpresa e con stupore esclamiamo: “Non è possibile! Non ci posso credere!” perché questo è l’abbraccio di Dio.
PICCOLO ESERCIZIO SPIRITUALE – Vide e credette
Noi crediamo alla Parola, faticosamente riaffermiamo la nostra fede, faticosamente crediamo in una vita che è eterna, ci rimangono sempre domande, interrogativi, dubbi, incertezze.
Insieme e uniti nella preghiera per credere che la nostra vita non va verso la discarica, ma va nelle braccia di Dio.
(Fonte: sito QUMRAN2.NET)