Uniti, nella preghiera – IV domenica di Pasqua: APPARTENIAMO A CRISTO BUON PASTORE

Pubblicato giorno 24 aprile 2021 - In home page

“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”.

Da sempre rifiutiamo sdegnosamente il ruolo di “pecora”, eppure ci siamo dentro in pieno; senza che ce ne accorgiamo, ci lasciamo guidare passivamente da ogni sorta di manipolazione, altri creano modelli di benessere e di comportamento, falsi ideali e obiettivi di progresso e noi li seguiamo; andiamo loro dietro timorosi di perdere il passo, storditi dal clamore dei mass-media e condizionati e plagiati dalla pubblicità, mangiamo quello che ci dicono e vestiamo come ci insegnano gli altri.

Spesso la nostra quotidianeità è un’immagine triste di un gregge che esce insieme, che si agita, che si “nutre delle stesse cose” e, alla sera, rientra nell’ovile, vuoto di sé e vuoto di libertà. “Come le pecorelle escon dal chiuso… e ciò che fa la prima l’altre fanno…, semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno”, ci ricorda Dante Alighieri, in un passo del Purgatorio.

Celebriamo la festa di Cristo Buon Pastore: “Io do la mia vita per le mie pecore”, per voi tutti: “Prendete e mangiate, prendete e bevete!”.

Gesù ci propone di fare una forte esperienza di libertà insieme al Padre.

Cristo, il Figlio di Dio ci nutre, ci aiuta a crescere, ci forma, ci conosce, “ci abbraccia” e ci regala il suo amore incondizionato e gratuito: “lasciamo che lo Spirito abiti in noi”.

Gesù fa nascere in noi la “creatura nuova”.

“Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Il nostro appartenere a Cristo Buon Pastore è una grande gioia.

Essere conosciuti e amati dal Padre è un’immensa felicità.

 

PICCOLO ESERCIZIO SPIRITUALE – tradire o amare

 “Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono”

Riconosciamo la Voce di Cristo anche in mezzo a mille richiami?

Siamo capaci di emozionarci e sussultare alla Sua chiamata?

 (dal sussidio liturgico-pastorale “Quaresima e Pasqua”, ed. San Paolo)