Il primo giorno dell’anno è dedicato alla Madre di Dio. Tutto inizia sempre con una madre e quella di Gesù, per vocazione, è diventata anche la nostra mamma.
Nella prima lettura si parla di benedizione, “dire bene” di qualcuno. “Ti benedica il Signore e ti custodisca”, il Signore parla con noi e di noi in modo bello, positivo e fecondo, Egli afferra ogni nostra difficoltà e sofferenza, ogni nostra malattia, rendendo ogni cosa un frammento di vita divina.
Nella seconda lettura, Maria santissima, nella “pienezza del tempo”, offre la sua piena disponibilità a Dio, per far si che il Padre possa realizzare il suo disegno di amore su ciascuno di noi. Oggi è la “pienezza del tempo” anche per noi; il primo passo per essere figli ci è stato donato nel battesimo, dono della vita nuova in Cristo.
Nel vangelo, infine, i pastori che ascoltano l’annuncio della nascita di Gesù sono pieni di stupore, glorificano e lodano Dio “per tutto quello che avevano udito e visto”.
L’ atteggiamento di Maria è diverso, la Madre di Gesù, pur essendo molto vicina e partecipe di quanto è avvenuto, semplicemente “custodisce” e “medita nel suo cuore”.
Maria non fa chiasso, non grida, non è una presenza ingombrante.
Maria è umile e costruttiva.
Maria, alla nascita del Figlio, “custodiva” e, sotto la croce, “stava”.
Maria, nel silenzio, non una parola.
Per Maria, “custodire” vuol dire accogliere ogni uomo e ogni donna, è vivere in comunione.
Per ciascuno di noi, “custodire” è dedicare momenti della nostra giornata all’ascolto della Parola e al servizio gratuito verso Dio e verso i fratelli, è guardare la nostra esistenza nel riflesso di Dio.
UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – custodire
Incoraggiamoci, come veri fratelli, ad imitare l’atteggiamento di Maria, custodiamo nel cuore ciò che ci accade e presentiamolo al Signore, viviamo il nostro quotidiano con gli occhi della fede e scopriamo l’amore di Dio.
“Signore, noi ti lodiamo e ti ringraziamo”
(dal sussidio liturgico-pastorale “Avvento e Natale”, ed. San Paolo)