Uniti, nella preghiera – Pasqua di Resurrezione: TESTIMONIANZA D’AMORE

Pubblicato giorno 9 aprile 2023 - In home page

“Due donne di buon mattino, quando era ancora buio, andarono verso il sepolcro di Gesù. Fu l’affetto che le legavano a quel maestro a spingerle verso quella tomba. Era ormai passato un giorno intero da quando lo avevano sepolto, e volevano compiere un ultimo gesto di tenerezza e di affetto. Il loro cuore era profondamente triste e il loro animo ormai rassegnato; una pietra pesante, pesante come la morte, stava lì, con la sua freddezza e la sua mole, a separarle per sempre da quel maestro, da quell’amico che le aveva capite e le aveva salvate da una vita senza senso. Nessuna di loro lo aveva tradito e abbandonato come avevano invece fatto i discepoli, ma anch’esse erano convinte che ormai non ci fosse più nulla da fare. La splendida avventura con Gesù era definitivamente chiusa. Cosa poteva significare la tristezza di quel gruppetto di uomini e donne rimasti più o meno fedeli di fronte al sollievo che la morte di Gesù aveva portato alla grande maggioranza degli abitanti di Gerusalemme? Tutto era finito. Per quelle donne restava solo un problema: come togliere la pietra pesante che chiudeva il sepolcro. Non sapevano che Gesù, come era vissuto da vivo così si comportava anche da morto: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.

 “Oggi con me sarete in paradiso”: Gesù continua a scendere negli inferi di questo mondo, nei luoghi dimenticati, là dove la vita è come sotto terra, là dove gli uomini e le donne sono schiacciate dal male, dall’ingiustizia, dalla guerra, dall’oblio, dalla dimenticanza, dalla crudeltà, dalla morte violenta ed ingiusta.

“Queste donne” oggi ci conducono davanti al sepolcro di Cristo e ai sepolcri di tanti “poveri cristi” sui quali il male contina ad accanirsi.

La compassione di “queste donne” ci fa guardare con occhi nuovi gli oppressi di questo mondo.

“Queste donne” ci invitano a “spendere” tempo per alleviare le ferite dei deboli, dei poveri, dei dimenticati.

“Queste donne” ci “fanno uscire” da noi stessi e dai nostri dolori, per farci incamminare verso chiunque abbia bisogno di noi.

“Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto; come aveva detto”: un annucio breve, semplice e sconvolgente.

“Queste donne” vedono il sepolcro spalancato.

Tutto inizia da una tomba, dalle nostre tombe, da luoghi di dolore e di afflizione, ma se non sentiamo dentro le ferite che il male procura all’umanità, non possiamo comprendere la Resurrezione.

Questa è la Pasqua, questo è il passaggio di Gesù dal buio della morte alla Luce della Vita.

L’amore vince l’odio, il bene sconfigge il male, la compassione supera la cattiveria, la tenerezza l’ingiustizia, la diponibilità l’orgoglio, l’amicizia l’insensibilità.

“Queste donne” non si fermano al sepolcro, ma vanno ad annunciare ciò che hanno visto e udito.

L’annuncio pasquale mette fretta, fa correre, fa cambiare il passo, fa superare barriere, fa vincere ogni paura.

L’umanità violenta e violentata ha urgente bisogno di compassione, di amore, di solidarietà, di resurrezione.

L’umanità violenta e violentata ha urgente bisogno che “queste donne” e noi riprendessimo a correre per annunciare a tutti che il Crocifisso è risorto, che l’amore sconfigge tutti i mali, che l’amore di Dio vince!

 

UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – l’annuncio della Pasqua

Benedetti siamo noi che accogliamo
e benedetti siamo noi che con fretta spargiamo
come seme buono
per le vie del mondo
l’annuncio benedetto della Pasqua.

Buona Pasqua di Resurrezione!!!

A.A. (dal sussidio liturgico-pastorale “Quaresima e Pasqua”, ed. San Paolo)