Uniti, nella preghiera – Venerdi Santo: LA CROCE È BUONA NOVELLA

Pubblicato giorno 7 aprile 2023 - In home page

La passione continua nei numerosi “Orti degli Ulivi” di questo mondo dove la guerra ancora esiste, dove milioni di profughi vengono ammassati, dove c’è gente prostrata dall’angoscia, dove i malati sono lasciati soli nell’agonia.

Ovunque “si suda” sangue per il dolore e la disperazione.

“Chi cercate?”. Risposero: “Gesù, il Nazareno”. Gesù replicò: “Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”,  perché si compisse la parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”.

Gesù vuole la nostra salvezza e prende su di sé le nostre debolezze.

Gesù “raccoglie” i dispersi, guarisce i malati e annuncia un regno di pace.

Gesù sulla Croce scaccia ogni pregiudizio e toglie, a noi uomini e suoi fratelli, la paura di servire, la paura di essere solidali, la paura di non vivere solo per noi stessi.

La Croce è l’atto di cura più grande.

La Croce è fonte di Vita Nuova.

La Croce è Buona Novella.

Accogliamo la Croce, inginocchiamoci davanti ad essa e baciamola.

Liberiamoci dalla “schiavitù” del nostro “Io”.

Allarghiamo mani e cuore “fino ai confini della terra”.

 

UN ESERCIZIO E UNA PREGHIERA – nei giorni di sofferenza

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane
giorno e notte,
mentre mi dicono sempre:
“Dov’è il tuo Dio?”.
Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui salvezza del mio volto e mio Dio.
(Sal 42)

 

A voi che, cammin facendo, avete visto sfiorire a uno a uno gli ideali accarezzati in gioventù.
A voi che avreste meritato ben altro, ma non avete avuto fortuna e siete rimasti al palo.
A voi che non avete trovato mai spazio e siete usciti da ogni graduatoria e vi vedete scavalcati da tutti.
A voi che una malattia, o una tragedia morale, o un incidente, o uno svincolo delicato dell’esistenza hanno fatto dirottare imprevedibilmente sui binari morti dell’amarezza.
A tutti voi voglio dire: “Volgete lo sguardo a Colui che hanno trafitto!”
don Tonino Bello

 A.A. (dal sussidio liturgico-pastorale “Quaresima e Pasqua”, ed. San Paolo)