Young Report #1 – Noi Giovani

Pubblicato giorno 8 novembre 2017 - In home page

Pensare di creare una rubrica dedicata ai giovani e al loro rapporto con la Chiesa sembra perfettamente in linea con il progetto che papa Francesco ha iniziato ad attuare con la realizzazione del Sinodo sui giovani del novembre 2018. Oggi basta accendere qualsiasi televisione o accedere a qualsiasi social network per capire che ci si trova di fronte ad un’emergenza giovanile: un’emergenza che non solo interessa i giovani e la chiesa, ma i giovani e tutto il loro mondo.
Ideare all’interno di un sito di Unità pastorale uno spazio dedicato a loro, dove in prima persona possano sentirsi liberi di esprimere il loro pensiero, il loro modo di vedere la società, le istituzioni, la scuola, la parrocchia è un modo per potersi far notare da coloro da cui non si sentono notati o considerati. Questa piccola rubrica vuole dare voce a ciò che vivono i giovani all’interno delle nostre parrocchie: resoconti dei percorsi di catechesi settimanali, racconti di esperienze estive, di incontri di formazione, di incontri diocesani in modo da poter creare una sinergia con quella che è l’idea della Chiesa Italiana.

Il nostro Vescovo nella lettera pastorale “ Annunciatelo dai tetti ” sottolinea più volte l’esigenza, in questo nuovo anno pastorale, di rivedere e reimpostare il modo in cui i giovani vengono educati alla fede. La sfida che attende quest’anno è proprio quella di dover passare “da una scuola dei contenuti della fede a una scuola della fede” fatta da evangelizzatori costantemente formati sulla parola di Dio e, allo stesso tempo, informati sulle nuove realtà giovanili, sui loro problemi, sulle loro debolezze, sulle loro fragilità e sui loro, talvolta nascosti, talenti.
Al giorno d’oggi non si può più parlare di mondo giovanile, ma di mondi giovanili eterogenei, svariati e del tutto diversi da quelli dei propri genitori e dei propri educatori.
A volte questo non viene percepito e compreso del tutto. Ci si trova spesso a sparare a zero sulle “nuove generazioni” convinti del fatto che siano prive di valori, di prospettive, di sogni, di desideri e di fede.
Cosa manca allora? Forse l’ascolto, forse il tempo, forse figure di riferimento vicine, credibili, coerenti che aiutino nel discernimento, che aiutino a vedere i propri limiti senza sentirsi giudicati o attaccati. Forse manca il dare il proprio tempo anche quando il tempo non lo si ha.

Definire i giovani di oggi “privi di valori” è un’assolutizzazione di cui non si ha bisogno se si vogliono smuovere le acque, se si vuole tentare di migliorare la realtà. I ragazzi di oggi desiderano essere parte di questo cambiamento, ma allo stesso tempo nutrono una totale sfiducia e indignazione verso le istituzioni. Desiderano un cambiamento, una possibilità di partecipazione maggiore anche all’interno della parrocchia.
Come fare per poter realizzare questo? Di sicuro non esiste una risposta e un unico metodo per poter arrivare al raggiungimento di questo obiettivo, ma si può iniziare nel coinvolgerli maggiormente nelle attività, nella preparazione, lasciargli spazio affinché possano agire e possano esprimere tutto il loro potenziale. Proviamoci, insieme!

LM