Young Report #4 – Vocazione

Pubblicato giorno 10 gennaio 2018 - In home page

All’interno del cammino annuale del gruppo giovani della parrocchia Immacolata, esiste una nuova realtà che ha solamente un anno: il maxigruppo. Cercando di capire di cosa si tratta, lo si potrebbe identificare come un cammino di formazione e di catechesi che abbraccia i ragazzi dal secondo superiore, che hanno da poco ricevuto il sacramento della Confermazione, fino al quinto superiore, i futuri maturandi.
Una nuova realtà che è stata ideata insieme ai sacerdoti per fare in modo che ci fosse più sinergia, più confronto, più ricchezza tra ragazzi ed educatori. Nel corso dell’anno liturgico e parrocchiale, il maxigruppo si incontra ogni sabato pomeriggio dalle 16.15 alle 17.15 per riflettere su una tematica.
Per quest’anno, insieme all’aiuto di don Giacomo e don Pietro, si è pensato di creare un percorso vocazionale, sulla falsa riga di quello tenuto da don Fabio Rosini a Roma.
Lo scopo di tale percorso è quello di aiutare i ragazzi, ma anche gli stessi educatori, a comprendere meglio cosa sia una vocazione, come si declini nella vita quotidiana per capire qual è il proprio posto nel mondo, seguendo la Parola di Dio. Tutto questo si sposa perfettamente con il progetto che papa Francesco vuole intraprendere con il Sinodo per i Giovani del prossimo Novembre.
In questa prima parte dell’anno, da ottobre a dicembre, il percorso vocazionale ha raggiunto il suo primo obiettivo: la consegna della preghiera.

Si è partiti dal cercare di capire cosa il termine vocazione voglia significare: la vocazione è una chiamata, una chiamata che Dio fa all’uomo per aiutarlo a trovare il proprio posto nel mondo.
Per poter comprendere ciò, bisogna dedicare parte del proprio tempo al discernimento. Questa parola così difficile è indispensabile per poter ascoltare cosa Dio vuole dalla vita di ciascuno. Solo attraverso il discernimento si può capire la vera vocazione per la propria vita, le scelte migliori da fare, quale strade siano le più giuste. Discernere significa dedicare parte del proprio tempo alla riflessione, alla preghiera, all’ascolto e non è altro che fermarsi, mettere in stand-by la routine rumorosa per ascoltare Dio che parla alla propria vita. Per poter compiere un buon discernimento, bisogna partire da se stessi per capire chi si è, come ci si vede, come ci si sente e per vedere quali sono i propri talenti e le proprie fragilità. Ciascuno di noi è fatto da entrambi e tutto l’insieme fanno la propria personale unicità. Questo insieme di talenti e fragilità danno l’individuo che, da massa informe, diventa qualcosa di concreto a cui Dio ha dato un nome. Il nome che ogni individuo ha lo rende unico e permette che il proprio mondo venga abitato da altri. Questi altri abitano il mondo personale di ciascuno e con essi si creano delle relazioni. Spesso, però, nella propria quotidianità, da questi altri si ricevono delle richieste per avere degli standard, per raggiungere degli obiettivi o soddisfare delle aspettative e tutto questo fa sì che la strada tracciata per ciascuno si confonda fino a perdere quell’orientamento su cui si è riflettuto in precedenza. La società, la famiglia, gli amici creano al singolo degli schemi da dover seguire e portano a non essere se stessi al 100%.

Una volta aver incentrato la riflessione su se stessi, la prima parte del percorso vocazionale si sposta su Dio. Dio fa parte della quotidianità? Lui cosa chiede all’individuo? Cosa si aspetta da lui? Queste domande aiutano la riflessione e arrivano a dire che in realtà Dio non si aspetta nient’altro che la felicità dell’uomo e in questa nebbia di aspettative e doveri, Dio è il porto sicuro, il punto al quale tornare per sentirsi amati per ciò che si è, nella totalità.
Arrivati a questo punto, il percorso vocazionale, nel suo primo punto, si è concluso con la consegna della preghiera: ogni ragazzo, nel periodo dell’Avvento, è stato invitato a meditare il Vangelo del giorno e a domandarsi: che cosa oggi Dio dice a me con questo Vangelo? Che cosa oggi io dico a Dio con questo Vangelo? Solo compiendo questo impegno, si può davvero entrare in relazione con Dio, parlarci, ascoltarlo, discernere e passare al prossimo punto.

LM